14 novembre 2010

Una Venere in pigiama, ovvero mariti frustrati e arrapati

Kim Novak non è morta. Eppure non se ne sente mai parlare. Pare che si sia ritirata nel 1991 e ora sia una pittrice di successo e un'allevatrice. Però Kim Novak è un nome che non si dimentica, anche se non si è visto neanche un suo film. Eccomi per esempio, il mio DVD di Vertigo (la Donna che visse due volte) mi aspetta sullo scaffale da due anni in attesa di essere scartato, e Baciamo, stupido è, credo, l'unico film di Wilder che non ho mai visto. Mi sono trovato a rompere il ghiaccio con Kim Novak con un film che non avrei immaginato di vedere questo Boys' Night Out ovvero Venere in pigiama che è capitato in TV una mattina in un hotel in Israele qualche ora prima di dirigermi verso il mio volo di ritorno a casa. Gli hotel, sono l'unico momento nel quale mi lascio andare all'inerzia della TV, in questo caso con buoni risultati.


Poster della versione tedesca del film

In Germania il film fu semplicemente intitolato: Sexy!

Il film tratta di tre amici ammogliati che danno mandato, con un intento scherzoso, al loro amico scapolo di trovar loro una garçonnière da sogno ma con un budget ridicolo, in più, gli chiedono di trovare una donna "di servizio" bella e bionda che sia pronta a soddisfarli ogni volta che loro ne abbiano bisogno. Grazie ad una serie di coincidenze, il nostro eroe (James Garner) trova l'appartamento da sogno e gli piomba addosso una stupenda Kim Novak che si offre come ospite fisso della casa ma per ragioni, si scoprirà, puramente sociologiche e di ricerca. Con la sua intelligenza, riesce a prender tempo in ogni visita con gli aspiranti fedifraghi che non ottengono neanche un bacetto ma solo buona compagnia. D'altra parte, lo scapolo si innamora della Venere per fortuna ricambiato, ma è nero di gelosia per le presunte scorribande dei suoi amici durante delle serate piuttosto innocenti (coprifuoco alle ore 23!). Il lieto fine è assicurato non prima di una serie di qui pro quo che coinvolgono le mogli che credono di essere state tradite e meditano divorzi succulenti.



Il film è diretto con mano ferma da Michael Gordon, qui nella seconda fase della sua carriera dopo essere stato forzato all'inattività perché nella lista nera del senatore McCarthy l'aberrante politico americano paladino della Guerra Fredda morto prematuramente per il suo attaccamento alla bottiglia. Gordon, che aveva fatto vincere un Oscar come miglior attore a José Ferrer con il suo Cyrano era tornato a lavorare dopo 8 anni di inattività per dirigere Doris Day in Pillow Talk (Il letto racconta), uno dei film di maggior successo con la finazatina d'America, anche in questo film riesce a sfruttare al meglio la bellezza e la verve comica della bella Novak. Gordon si limita a fare il suo concentrandosi a rendere al meglio il meccanismo narrativo del film che è condito da elementi tipici della commedia: un equivoco, una vicina di casa bigotta e iper-curiosa (simile a quella di Vita da Strega) e una serie di mogli "anni cinquanta" che scorgono nella possibile infedeltà dei loro mariti middle class una strada di ribellione e di emancipazione dalla gabbia dorata delle loro vite noiose pre-femminismo (il film è del 1962).

Il film poggia su una buona coppia di attori protagonisti James Garner (il mitico Rockford della serie televisiva) e Kim Novak insieme ad un gruppo di caratteristi tra i quali spicca Tony Randall e un'ottima colonna sonora di Frank De Vol, esperto di commedie romantiche. Particolarmente riuscita la scena del primo litigio tra la Novak e Garner con l'orchestrazione che segue i movimenti e le espressioni facciali degli attori creando un riuscitissimo effetto comico.